Stefano Grasso presenta “Studio sulla prossimità”. Un lavoro di improvvisazione su vibrafono e materiali che si prestano alla percussione. Una riflessione su parametri musicali e percussioni che Stefano Grasso pratica da diversi anni. Vale la pena spendere qualche momento per leggere la presentazione del suo lavoro e, avrete modo di ascoltarlo, nella prossima Stagione di Salotto in prova.
Buona lettura e buon ascolto!
Studio sulla Prossimità
Il materiale presentato è un’improvvisazione seguita al lavoro che porto avanti da anni riguardo alle altezze, alla tonalità, al ritmo. Abbracciando una visione del ritmo come idea di ripetizione di cicli, ho iniziato a ragionare su come il mio sentire si relazioni alle altezze.
Da batterista, ho formato molto del mio pensiero concependo l’altezza dei suoni più in base al registro e al timbro che non in base alla frequenza esatta; la volontà di avvicinarmi all’indagine delle altezze mi ha richiesto e continua a richiedermi la ricerca di modalità di approccio affini alla mia sensibilità e alla mia formazione. Perciò cerco di allenare il più possibile il mio orecchio al riconoscere intervalli e le relazioni tra loro, così come a percepire quanto una frequenza precisa abbia già in sè, potenzialmente, una vasta molteplicità di altri suoni (gli armonici).
Provo quindi a lavorare su cicli di intervalli, perché questi permettono che la scelta delle differenti altezze sia guidata da princìpi naturali di ordine del suono. Come per il ritmo trovo utile pensare a figure geometriche (figura accanto), così riguardo alle altezze ho iniziato rappresentare gli intervalli, partendo della divisione dell’ottava in 12 parti, creando un dodecaedro inscritto in un cerchio. Tracciando concatenazioni di terze minori, ad esempio, si ottiene un quadrato inscritto nel cerchio dei 12 semitoni, mentre con le terze maggiori ecco comparire triangoli equilateri. Ragionando su cicli di quarte, quinte, seste e settime ecco emergere altre figure più irregolari, ma pur sempre ordinate. La volontà di una visione democratica e accogliente dei suoni, mi spinge poi a cercare tutto quel che nel piano cartesiano viene chiamato l’ intorno. Considerando l’intorno mi sono trovato a dovermi confrontare coi microtoni, che mi danno l’impressione di poter girare attorno all’altezza, osservandola da più prospettive.
Questo processo mi porta a pensare in modo più aperto a ciò che non conosco e mi svincola da una visione
unilaterale della realtà.
In Studio sulla Prossimità cerco di far convogliare questi argomenti, provando ad alimentare processi semi-
casuali e semi-ordinati, in cui sequenze di intervalli (e dei loro rivolti), assieme alle nuvole di frequenza annesse,
si mischiano con altezze molto vicine a loro, sia per altezza che per timbro.
BIOGRAFIA
Stefano Grasso è batterista e percussionista. Lavora stabilmente con progetti in vari ambiti musicali (tra i quali The TAAN Trio, Deaf Kaki Chumpy, Pulsar Ensemble, The Dolhpians, Raffaele Kohler Swing Band, Goodbye Kings, Mario Forte’s Zuzzu, Francesco Zago, Claudio Fasoli). Una parte di questi progetti lo vede come esecutore in più di venti incisioni discografiche edite da etichette italiane (Felmay, Emme Records, La Stanza Nascosta, Setola di Maiale, Deep Voice Records) e straniere (Chant Records, Ravello Records, AUT Records).
Lavora inoltre come autore di musica per danza e teatro (Un po’ di più, Una vita a matita, Prometeo?). La sua attività concertistica lo porta a suonare in vari club e festival in Italia ed Europa.
Diplomato a pieni voti in Strumenti a Percussione presso la Scuola Civica Abbado di Milano sotto la guida dei M° Cristiano Pirola e Bruno Frumento, frequenta attualmente il biennio in percussioni a tastiera presso il Conservatorio Verdi di Milano con i M° Andrea Dulbecco e Andrea Pestalozza.
Accanto al percorso accademico, ha modo di approfondire a più riprese lo studio della batteria con Maestri e musicisti che stima enormemente, quali Giorgio di Tullio, Jim Black, Tiziano Tononi, Alberto Pederneschi.